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NOTIZIE E INFORMAZIONI SUL TERRITORIO

 

TERRITORIO E NATURA

 

L’Alpe di Cavarzano (mt. 1008 slm) è l’estrema propaggine a nord della Val di Bisenzio. Si trova nel comune di Vernio ed è formata da un verde pianoro con ricchi pascoli che degradano verso sud.

A nord troviamo il monte della Scoperta (mt. 1350 slm) che è lo spartiacque fra il Tirreno e l’Adriatico; ad ovest il monte delle Scalette è il confine fra le provincie di Pistoia e Prato. Ad est il pendio scende gradatamente fino a Montepiano, che è il valico più basso di tutto l’appennino settentrionale (mt.700 slm).

L’alpe, da un punto di vista idrografico, è al centro di valli strette ed allungate che si dipartono in varie direzioni, solcate da torrenti quali il Limentra verso ovest, il Brasimone ed il Setta verso nord, il Carigiola ed il Bisenzio verso sud.

Nella costituzione geologica sono presenti l’arenaria “macigno” nelle zone più settentrionali ed elevate e le argille scagliose con calcari e pietraforte nelle zone più meridionali, più vicine alla pianura. Dal punto di vista climatico, su questo crinale appenninico, cadono circa 2000 millimetri di pioggia all’anno; le precipitazioni sono concentrate in autunno ed in primavera. L’innevamento anche nelle esposizioni a nord è scarso e discontinuo per il prevalere dei venti da sud. Le temperature fanno rilevare inverni molto freddi ed estati relativamente fresche (raramente si sfiorano i 30° in estate, mentre in inverni particolarmente freddi, le temperature si sono eccezionalmente abbassate fino a –17°).

In sintesi: clima ottimo, temperato, raramente ventoso.

FLORA E FAUNA


Si può notare nella parte nord un manto boschivo caratterizzato da faggi d’alto fusto, alternati a boschi cedui; da boschi misti di faggi e conifere, da abetine in gran parte di rimboschimento: il tutto alternato a pascoli con ginestre.

Più a sud la vegetazione montana è in genere rappresentata intorno agli 800 metri da conifere, carpino nero, roverella ed altre latifoglie.

A quote inferiori, fino ai 400 mt. circa, predominano vasti castagneti, in gran parte cedui e non più curati, ed altri cedui di latifoglie.

La fauna della zona si può distinguere in fauna tradizionale e fauna reintrodotta.

Alla prima categoria appartengono: la volpe, la puzzola, il tasso, la faina, la lepre, gli scoiattoli, i ghiri, il moscardino, la talpa, la poiana, la ghiandaia, l'allocco, la civetta, il merlo, il pettirosso, ecc.

Alla seconda categoria appartengono: il cervo, il capriolo, il cinghiale, il daino e il lupo.

Vi sono anche uccelli che un tempo erano presenti solo nel periodo migratorio ed ora invece sono stazionari: fra essi il tordo ed il corvo.

Fra i rettili sono presenti: la biscia d'acqua, alcune lucertole, il ramarro e la vipera.

 

PRESENZA UMANA

La popolazione all’Alpe di Cavarzano non è mai stata stabile, ma solo stagionale.

Era la popolazione di Cavarzano che nella stagione primaverile ed estiva saliva all’Alpe con il proprio bestiame, essendo i territori nei pressi del paese usati prevalentemente come seminativi e castagneti. All’Alpe l’insediamento era formato non da baite di tipo alpino, ma da capanne in pietra su due piani.

Generalmente al piano terreno si trovava la stalla o l'ovile ed al primo piano l'abitazione che consisteva in una sola stanza.

Alcune di queste capanne sono ora ristrutturate, altre sono dirute; non sono presenti nè chiese, nè cappelle, ma solo diversi tabernacoli. A circa cinquanta minuti di cammino però, troviamo l'antica Badia di Montepiano, costruita ai primi dell'XI secolo e consacrata nel 1105, al posto di un romitorio fondato dal beato Pietro l'eremita (morto nel 1098 e sepolto sotto l'altare maggiore della chiesa). Nel 1138 passò ai monaci vallombrosani, che oltre alle pratiche monastiche, alla silvicoltura della zona e all'aiuto ai pellegrini ed ai viandanti, curarono anche l'assistenza religiosa per le popolazioni del luogo. Come le altre dell'epoca, l'abbazia, fu poi durante l'alto medio evo un fiorente centro di studi, generosamente aiutato dai Conti Alberti. La Badia si trova alla periferia del paese di Montepiano (mt.700 slm - comune di Vernio): è questa una delle più note località climatiche dell'appennino tosco-emiliano: sorge sul valico omonimo, il più agevole fra Toscana e Emilia, in un pianoro solcato dal fiume Setta: intorno è un arioso scenario di montagne, dove si alternano folti boschi e pascoli soleggiati.

 Il valico, già conosciuto in epoca pre-romanica ebbe importanza nel medioevo ed è oggi attraversato dalla Strada Statale 325 Prato – Bologna. L’insediamento però più legato all’Alpe è Cavarzano (mt. 650 slm), antico villaggio arroccato in posizione dominante sulla confluenza fra Carigiola e Bisenzio. Di probabile origine romana fu nel Medioevo castello dei Conti Cadolingi e successivamente degli Alberti di Prato; fece parte fino al 1797 della contea di Vernio, della quale costitui uno dei più importanti abitati.

Passato nel 1815 al Granducato di Toscana ed al Vicariato di Prato, fu per qualche decennio posto di dogana.

L'ampio panorama e la facilità di passeggiate in un ambiente naturale, vario ed intatto, ne fanno luogo di fine-settimana e di soggiorno estivo; la pro-loco vi organizza sagre, feste e manifestazioni varie. La grande chiesa parrocchiale di S. Pietro apostolo, per mole e posizione, visibile da molte località del fondo valle, fu ricostruita nel 1928 in forme neo-medioevali. Dal sagrato, splendida veduta sui monti della Calvana.

Dal lato nord dell'Alpe di Cavarzano, già nel versante bolognese, oltrepassato il Passo di S. Giuseppe, troviamo il Bacino di Brasimone: grande invaso artificiale, raggiungibile a piedi dall'Alpe in circa 40 minuti.

Questo bacino è stato realizzato nel 1911, sbarrando il torrente Brasimone per scopi idroelettrici.

L'ampio specchio d'acqua, molto profondo, si articola fra i monti con bell'effetto paesaggistico e fino ad anni recenti era permesso navigarlo con motoscafi. Nello sfondo, in un ansa verso ovest, si trovano gli edifici di una centrale nucleare sperimentale con reattore p.e.c. (prove elementi combustibili) gestita dall'E.N.E.A. (Ente Nazionale per l'Energia Atomica).

 

LA POPOLAZIONE

 

La popolazione del paese di Cavarzano si è ridotta da 1250 abitanti del 1926 ai circa 250 di oggi. L’emigrazione è avvenuta esclusivamente verso Prato, dove i cavarzani si sono trasferiti dopo aver fatto fino agli inizi degli anni 60, i pendolari verso le fabbriche tessili.

Le attività lavorative in origine erano contraddistinte da una agricoltura molto attiva che si svolgeva in più direzioni.

In particolare: i seminativi erano limitati a tratti vicino al paese, ma non davano sufficienti foraggi, e così quasi tutte le famiglie di Cavarzano avevano la "capanna" all'Alpe, dove venivano coltivate le patate. Il castagneto forniva l'alimento base (farina dolce). Il bosco era sfruttato non solo per il paese, ma rappresentava anche una delle poche risorse vendibili. Importantissima era la produzione di carbone vegetale. La produzione di carbone vegetale dava origine ad una migrazione temporanea invernale verso la maremma ed anche verso la Corsica.

Successivamente alla seconda guerra mondiale la popolazione dall'agricoltura si è spostata verso l'industria tessile pratese, proseguendo in un primo tempo ad abitare a Cavarzano e recandosi giornalmente in autobus a Prato o in vallata.

In seguito i Cavarzani hanno preso stabile dimora in città proseguendo ad avere come seconda abitazione la casa al paese.L'Alpe di Cavarzano si trova in comune di Vernio, provincia di Prato e fa parte della comunità montana dell'Alta val di Bisenzio.

 

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